C’era chi lavorava al mattatoio, chi alla ferrebeton, chi alla pantanella chi da Pitigliani, chi più fortunato alla società del gas. Molti quelli che andavano al cantiere, numerosi i cavatori di selce al magazzino comunale. Le donne oltre che a casa erano impegnate in lavori ancora più dequalificanti, con orari più gravosi e salari più miseri. Spesso presso le osterie della zona con orari che potevano raggiungere le 18 ore.

4000 sono gli iscritti alle liste comunali di povertàpari al 43% dei testaccini. Un tasso molto più alto di quello cittadino calcolato dal comune intorno al 13%. Indigenza dovuta non alla disoccupazione ma agli insufficenti salari percepiti

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